La trasformazione digitale
La trasformazione digitale della medicina sta ridefinendo il modo in cui si cura, si monitora e si gestisce la salute. Tecnologie come app, sensori, intelligenza artificiale e piattaforme di telemedicina stanno entrando sempre più nella pratica clinica quotidiana. Tuttavia, questa evoluzione solleva interrogativi su efficacia, sicurezza e appropriatezza. Per fare chiarezza, la Digital Therapeutics Alliance ha proposto nel 2023 un framework di classificazione utile a distinguere strumenti di supporto da interventi terapeutici veri e propri [1]. Il punto di forza di questa guida è che non si concentra solo sulla forma del prodotto, che sia un’app, una piattaforma o un dispositivo, ma soprattutto sullo scopo d’uso dichiarato, sul tipo di utente finale, sul livello di rischio associato, sulle evidenze cliniche richieste, sul tipo di intervento (monitoraggio, supporto, diagnosi, trattamento), e sul livello di controllo regolatorio necessario. Questa classificazione aiuta a fare ordine, evitare abusi terminologici e favorire l’adozione consapevole e sicura delle tecnologie digitali nella pratica clinica.
Digital Health, Digital Medicine e Digital Therapeutics: cosa significano davvero?
La Digital Health comprende tutte le tecnologie digitali utilizzate per migliorare lo stato di salute e benessere delle persone — dalle app di lifestyle ai sistemi di monitoraggio remoto. All’interno di questa ampia categoria si colloca la Digital Medicine, che rappresenta un sottoinsieme più ristretto e clinicamente rilevante. Si tratta di strumenti digitali scientificamente validati, progettati per misurare o intervenire sulla salute delle persone e supportati da studi clinici. Al cuore di questo ecosistema troviamo le Digital Therapeutics (DTx): software terapeutici erogati per via digitale, con obiettivi clinici chiari e supportati da solide evidenze scientifiche, come gli studi randomizzati controllati [2]. Nelle DTx il principio attivo non è una molecola, ma un algoritmo terapeutico, che deve comunque dimostrare efficacia, sicurezza e beneficio clinico esattamente come un farmaco. Le DTx si distinguono dalle soluzioni di semplice supporto (Care Supports), le quali non erogano un trattamento attivo, ma consentono di autogestire (self-management) la malattia, soprattutto cronica, e quindi richiedono livelli inferiori di evidenza clinica.
Perché la riabilitazione è pronta per il salto nel digitale
Tra i diversi ambiti della medicina, la riabilitazione è uno dei settori di maggior interesse per l’innovazione digitale. Questo perché i percorsi riabilitativi richiedono elementi fondamentali come continuità, ripetitività, personalizzazione, misurazione e un coinvolgimento attivo del paziente — tutti aspetti che i modelli tradizionali faticano a garantire, a causa di problemi strutturali noti: carenza di personale, difficoltà logistiche, scarsa aderenza alle terapie domiciliari e limitata possibilità di misurare i progressi in modo oggettivo.
Le tecnologie digitali possono intervenire proprio su questi punti critici, offrendo soluzioni concrete ed efficaci. Oggi non si tratta più solo di un’opportunità da cogliere, ma di una vera e propria necessità per rispondere a un bisogno globale. Infatti, secondo l’OMS, oltre 2,4 miliardi di persone nel mondo vivono con condizioni che potrebbero beneficiare della riabilitazione [3]. Eppure, in molti Paesi, meno della metà riesce ad accedere effettivamente a questi servizi. Anche in Italia la domanda è in costante aumento, sostenuta dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescente diffusione di patologie croniche.
Le tecnologie al servizio della riabilitazione
La riabilitazione digitale rappresenta una risposta concreta e scalabile alle principali criticità dei modelli tradizionali, offrendo continuità di trattamento, maggiore personalizzazione e valutazioni più oggettive.
Secondo il Peterson Health Technology Institute (PHTI) [4], le modalità principali di erogazione della riabilitazione digitale si distinguono in:
- Teleriabilitazione (telemedicina sincrona): il terapista interagisce in tempo reale con il paziente, fornisce indicazioni e valuta la corretta esecuzione degli esercizi. Il modello ricalca la dinamica ambulatoriale, ma a distanza.
- Riabilitazione Digitale o Digital Therapeutics (modalità asincrona): è il software certificato che guida il paziente, ne registra i progressi e restituisce i dati al terapista, che potrà valutarli in un secondo momento. Il paziente ha un ruolo attivo e autonomo.
- Approcci ibridi: combinazione di momenti sincroni e asincroni, consentendo di sfruttare i vantaggi di entrambe le modalità in base al percorso riabilitativo.
Le tecnologie abilitanti che supportano queste modalità includono:
- Realtà virtuale e serious games, per rendere la terapia più coinvolgente e motivante;
- Sensori e dispositivi indossabili (wearable), per monitorare in modo oggettivo i movimenti e personalizzare il trattamento;
- Sistemi di video tracking, che consentono la rilevazione dei movimenti senza dispositivi applicati al corpo, con feedback in tempo reale;
- Dispositivi robotici ed esoscheletri, per supportare ed automatizzare alcune fasi della riabilitazione;
- Piattaforme di telemonitoraggio, che integrano la raccolta e la condivisione dei dati tra paziente e professionista sanitario.
Queste tecnologie non sostituiscono il professionista, ma ne ampliano le capacità, consentendo di monitorare, adattare e documentare meglio il trattamento e rendendo possibile un’assistenza più continua, personalizzata e centrata sul paziente.
Intelligenza artificiale e riabilitazione: il futuro delle terapie su misura
L’Intelligenza Artificiale (AI) svolge un ruolo cruciale nell’evoluzione delle DTx per la riabilitazione, andando ben oltre alla funzione avanzata di automazione. Infatti esse possono favorire:
- Terapia predittiva: combinando dati clinici e comportamentali, l’AI può prevedere il decorso del recupero, suggerendo protocolli proattivi.
- Adattamento dinamico: algoritmi di machine learning analizzano le performance del paziente (movimenti, tempi di reazione, correttezza degli esercizi) e adattano in tempo reale il livello di difficoltà o la tipologia dell’attività.
- Prevenzione dell’abbandono: l’AI può rilevare segnali precoci di scarsa aderenza (es. riduzione della frequenza di utilizzo) e proporre strategie motivazionali personalizzate.
- Valutazione oggettiva: l’analisi dei dati raccolti da sensori wearable, telecamere o piattaforme interattive consente di misurare con precisione miglioramenti motori o cognitivi, sostituendo o integrando le valutazioni soggettive del terapista.
L’AI non sostituisce il giudizio clinico, ma lo arricchisce, amplificando la capacità del professionista di offrire un trattamento efficace e su misura.
Un ecosistema in evoluzione
A livello globale, il termine “Digital Therapeutics” è comparso per la prima volta nel 2015, con la prima approvazione della FDA nel 2017 [5], aprendo la strada a una nuova generazione di “prescrizioni digitali”. Paesi come la Germania, con il programma DiGA Fast Track attivo dal 2020, si sono dotati di sistemi di rimborso pubblici per queste terapie [6], seguiti da iniziative simili in Francia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Giappone e Corea del Sud.
Anche in Italia il tema ha cominciato a prendere forma a partire dal 2019, grazie al progetto “Terapie Digitali, un’opportunità per l’Italia”, promosso da Fondazione Smith Kline (FSK), che ha portato alla pubblicazione del primo documento ufficiale sul tema [7].
Da quel momento è cresciuto l’interesse nei confronti delle DTx, coinvolgendo in maniera trasversale la comunità scientifica, le istituzioni e l’industria. Nel 2023, si è aperta una fase nuova e più matura con il rilancio del progetto aggiornato, dal titolo “Digital Therapeutics, una necessità per l’Italia”, frutto della collaborazione tra FSK e FADOI, pensato per rispondere all’evoluzione del settore in modo più strutturato [8]. Nello stesso anno, è stata inoltre depositata alla Camera dei Deputati la prima delle tre proposte di legge (DDL n. 1208, XVII Legislatura) contenente disposizioni specifiche sulle terapie digitali (comprese le terapie digitali per la riabilitazione), segnale dell’ingresso del tema nell’agenda legislativa nazionale [9].
A confermare l’interesse crescente è stata anche l’analisi condotta nel 2025 dall’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, che ha offerto una fotografia dettagliata del contesto italiano e internazionale. Dai dati raccolti emerge che il 65% dei pazienti si dichiara disposto a utilizzare una DTx, soprattutto se consigliata dal proprio medico, e oltre la metà dei professionisti sanitari – inclusi medici di medicina generale e specialisti – sarebbe favorevole a prescriverla, a condizione che i pazienti dispongano delle competenze digitali necessarie [10].
Nonostante l’interesse crescente, tuttavia, persistono barriere importanti alla diffusione delle DTx in Italia. Tra le principali: l’assenza di un sistema di rimborso da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la difficoltà per le aziende a dimostrare benefici clinici ed economici in modo strutturato. Molte realtà industriali stanno comunque investendo in questa direzione: una su tre ha già in programma lo sviluppo o la commercializzazione di soluzioni DTx, ma solo una parte ha iniziato sperimentazioni, e molte sono frenate dai costi di sviluppo e dall’assenza di meccanismi di rimborso nazionale.
In questo scenario, si sta sempre più consolidando l’idea che, per rendere davvero sostenibili le DTx in Italia, sia necessario adottare un modello B2G, simile a quello dei farmaci tradizionali, in cui l’accesso avvenga tramite prescrizione medica e rimborso pubblico o assicurativo. Questo approccio garantirebbe equità nell’accesso, incentiverebbe una validazione clinica rigorosa e permetterebbe l’integrazione delle DTx nei percorsi terapeutici assistenziali (PDTA). Parallelamente, si stanno sperimentando modelli ibridi come il rimborso condizionato a risultati clinici, licenze acquistate da ASL/ospedali o formule pay-per-performance [11].
Affinché le DTx possano diventare parte integrante del nostro sistema sanitario, sono però necessari alcuni passaggi fondamentali: definire un quadro normativo aggiornato, destinare fondi pubblici alla ricerca e validazione scientifica, avviare programmi di formazione e sensibilizzazione per medici e pazienti, e affrontare in modo serio le questioni etiche legate all’uso di dati sensibili e intelligenza artificiale.
Rispetto al settore della riabilitazione, una delle indicazioni di maggior interesse per le terapie digitali che possono supportare percorsi domiciliari personalizzati, continui e monitorabili, in Italia anche grazie agli investimenti del PNRR, si è creato un contesto normativo favorevole allo sviluppo della teleriabilitazione. A partire dal 2022, vari decreti ministeriali e linee guida hanno definito in modo dettagliato i requisiti per televisita, telemonitoraggio e trattamenti riabilitativi a distanza, compresi gli aspetti organizzativi, legali e di sicurezza [12]. Un passaggio chiave è stato il lancio, nel 2025, della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, che punterebbe a raggiungere fino a 800.000 pazienti entro il 2026, garantendo l’interoperabilità con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e standard europei di sicurezza.
Il contesto italiano è ormai maturo, almeno dal punto di vista normativo e infrastrutturale, per accogliere le DTx come parte integrante del sistema sanitario. Le sfide da affrontare restano operative: promuovere una cultura digitale, formare gli operatori, sostenere la ricerca e strutturare percorsi di valutazione e rimborso. Ma le basi sono state poste, e il futuro della riabilitazione – più personalizzata, accessibile e digitale – è già iniziato.
Perché la salute digitale è la chiave per una riabilitazione più efficace e inclusiva
La salute digitale rappresenta una grande opportunità, ma anche una sfida regolatoria e soprattutto culturale. La riabilitazione, in particolare, è un terreno fertile per l’applicazione di tecnologie che possono migliorare l’accesso, l’efficacia e l’equità dei trattamenti. L’intelligenza artificiale e le terapie digitali non sono più scenari futuribili, ma realtà in via di consolidamento. Per coglierne i benefici, servono formazione, regole chiare, investimenti mirati e, soprattutto, una visione centrata sul paziente.
References:
- Digital Therapeutics Alliance (2023). Guidance to Industry: Classification of Digital Health Technologies.
- Goldsack J. Digital Health, Digital Medicine, Digital Therapeutics (DTx): what’s the difference? DiMe 2019; Disponibile su: https://bit.ly/33mqYNe
- World Health Organization. (2021). Rehabilitation in the context of WHO’s mandate. World Health Organization. https://www.who.int/news-room/commentaries/detail/rehabilitation-in-the-context-of-who-s-mandate
- Peterson Health Technology Institute, Virtual Musculoskeletal (MSK) Solutions Report (2023). Disponibile su: https://phti.org/announcement/new-analysis-virtual-msk-solutions-improve-health-outcomes-and-lower-costs/
- Novartis. Sandoz and Pear Therapeutics announce launch of reSET® for the treatment of patients with substance use disorder [Internet]. 2018 Jan 9 [cited 2025 Jul 15]. Available from: https://www.novartis.com/news/media-releases/sandoz-and-pear-therapeutics-announce-launch-reset-treatment-patients-substance-use-disorder
- Schliess, F. et al. (2022). “The German Fast Track Toward Reimbursement of Digital Health Applications (DiGA): Opportunities and Challenges for Manufacturers, Healthcare Providers, and People With Diabetes.” Journal of Diabetes Science and Technology. 18. 193229682211216. 10.1177/19322968221121660.
- Fondazione Smith Kline. (2021, 13 gennaio). Terapie digitali, un’opportunità per l’Italia. Tendenze Nuove – Fondazione Smith Kline.
https://www.tendenzesalutesanita.it/news/13-gennaio-2021-terapie-digitali-una-opportunita-per-litalia/ - Fondazione Smith Kline. (2023, 30 ottobre). Digital Therapeutics: una necessità per l’Italia. Tendenze Salute e Sanità.
https://www.tendenzesalutesanita.it/news/digital-therapeutics-una-necessita-per-litalia/ - Tendenze Salute e Sanità. (2023, 6 novembre). Disegno di legge C1208 in materia di terapie digitali. https://www.tendenzesalutesanita.it/news/disegno-di-legge-c1208-in-materia-di-terapie-digitali/
- Politecnico di Milano, Osservatorio Life Science Innovation. (2024, luglio 10). Trasformazione digitale in sanità: ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation del Polimi. Pharma News. https://www.informatori-scientifici.it/pharmanews/dallitalia/trasformazione_digitale_in_sanita_ricerca_dellaosservatorio_life_science_innovation_del_polimi-2354
- Medwave. (2024, February). The Challenges and Opportunities of Digital Therapeutics (DTx) Reimbursement. Medwave.
https://medwave.io/2024/02/the-challenges-and-opportunities-of-digital-therapeutics-dtx-reimbursement/ - Ministero della Salute (2022). Linee guida nazionali sulla teleriabilitazione